Nell'Università Cattolica dell'Uruguay, scaturisce una fiaba oscura e contorta. Una foresta dai toni blu e bianco fiancheggia le pareti dell'atrio.
Il murale, che si snoda sui tre piani, è opera di David de la Mano che lo ha intitolato "Cosmos".
La foresta, è ricca delle tipiche silhouette e delle linee sottili e ramificate dell'artista spagnolo, creando con esse una narrazione intrisa di misero e disordine: creature ibride scappano da una tromba delle scale, un esercito marcia lungo il balcone, e una miriade di personaggi si contorcono e si agitano in gruppi caotici.
Completato con l'assistenza dell'artista Andrés Cocco, il pezzo su larga scala, deriva dalla radice etimologica condivisa di "università" e "universo", che significa una totalità o tutto ciò che esiste.
Sebbene questa nuova iterazione sia priva di stelle, "Cosmos" evoca il dipinto delle costellazioni, dello zodiaco e dei pianeti del XV secolo di Fernando Gallego che un tempo ricopriva un soffitto a volta nella biblioteca dell'Università di Salamanca, città natale di de la Mano.
L'artista spiega: "È un'opera piena di mistero… C'è la mia iconografia. C'è l'idea della migrazione, una costante nel mio lavoro di anni fa. Le stelle sono state sostituite da due foreste. C'è una foresta oscura che non si fa vedere, e c'è una foresta chiara in cui arriva la luce".
Dopo anni passati in Uruguay, de la Mano è tornato a Salamanca realizzando un murale capolavoro, che come era suo desiderio, coesiste naturalmente con l'ambiente ed è recepito da ogni spettatore, nel momento in cui incontra l'opera, come proprio.
È possibile seguire i lavori di David de la Mano sulla sua pagina Instagram.
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