martedì 29 giugno 2010

Amniocentesi addio



Alcuni ricercatori olandesi, hanno presentato il risultato del loro lavoro alla 26a Assemblea Annuale della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (Eshre).
La tecnica utilizzata si chiama mlpa (amplificazione legatura-dipendente multipla della sonda) e consente di rilevare il dna fetale presente nel sangue delle donne incinte da almeno 6-8 settimane.
Suzanna Frints, genetista clinica del Centro Medico dell'Università spiega:
"I risultati del test mlpa sono stati confrontati con quelli dell'amniocentesi, del prelievo dei villi coriali e con l'esito della gravidanza.
Al momento, l'affidabilità del test è circa dell'80% a causa di risultati falsi negativi, ma stiamo lavorando per migliorare la precisione della sonda mlpa.
Lo studio è iniziato nel 2009 e dovrebbe continuare almeno fino al 2012. Speriamo di rendere disponibile il test nelle cliniche entro 2-5 anni".
Non sarà più necessario quindi, sottoporsi ad amniocentesi o prelievo dei villi coriali, metodiche che finora vengono utilizzate per avere un prelievo transaddominale di liquido amniotico dalla cavità uterina, dal quale si ottengono campioni biologici utili per effettuare una diagnosi prenatale e cioè sapere se il figlio che si porta in grembo è affetto da anomalie cromosomiche.
Se la ricerca avrà il successo sperato, basterà una semplice e non invasiva analisi del sangue, che permetterà di evitare quindi il rischio di aborto legato a questi procedimenti piuttosto invasivi, anche se utili.

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