All'interno di uno degli edifici storici di Palma di Maiorca, la Llotja, l'artista spagnolo Jaume Plensa ha portato "Mirall".
Nell'edificio del XV secolo, le due sculture monumentali in acciaio inossidabile alte oltre 7 metri, sono state erette sotto il soffitto a volta, mescolando il contemporaneo con questo raffinato esempio di architettura gotica catalana.
Le sculture, ognuna delle quali tiene un dito sulle labbra segnalando il silenzio, sono intitolate Invisible Laura e Invisible Rui Rui.
Le sculture si fronteggiano con le spalle alla porta principale e la rete, in acciaio inossidabile utilizzata, conferisce loro un aspetto spettrale.
Anche se fanno parte dello spazio interno, sono anche facilmente penetrate dall'ambiente circostante: le vediamo, ma vediamo anche attraverso loro esaltando il concetto di dualità dell'artista, che spiega: "Uomini e donne che condividono i loro volti nei più generosi dei nostri atti. La dualità del corpo e dell'ombra, del giorno e della notte, della gioia e del dolore... La dualità di tutti i nostri sogni ancora in attesa di materializzarsi nel riflesso di uno specchio. Questo è un progetto con cui rifletto sulle dualità del mondo. Giano era uno dei principali dei dell'antica religione romana. Era una divinità con due facce: una che guardava al passato e l'altra al futuro. Il riflesso del nostro volto nello specchio, nei volti degli altri, amanti e amici, estranei e conoscenti".
Le riflessioni di Plensa sulla dualità sono appropriate allo spazio, infatti la Llotja è stata costruita come sede dell'Associazione dei mercanti ed è stata anche utilizzata come mercato del pesce.
Più recentemente, è stata sede di mostre contemporanee, con Plensa che è il terzo artista ad utilizzare questa sede per la sua mostra.
Mentre questo monumento storico abbraccia il suo nuovo ruolo nell'arte contemporanea, unisce il vecchio e il nuovo.
Le opere di Plensa saranno in mostra sino al 15 febbraio 2025.
Si possono vedere altre stupende opere di Jaume Plensa sul suo sito web e sulla sua pagina Instagram.
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