Questa settimana, il Gran Teatre del Liceu di Barcellona ha tenuto la sua prima esibizione post-coronavirus, con un pubblico dal vivo, ma non è chiaro se i partecipanti, forse troppo ecologici, abbiano apprezzato "Crisantemi", quartetto per archi, dalla Manon Lescaut di Puccini.
Infatti, accomodati tra i sedili di velluto rosso e nei balconi dorati, facevano bella mostra di sé 2.292 piante tra palme, ficus e monstera deliciosa gremendo l'iconico teatro dell'opera, per ascoltare la rappresentazione del quartetto d'archi.
Il concerto, frutto della collaborazione tra Eugenio Ampudia, con sede a Madrid e la Galleria Max Estrella, doveva essere una riflessione sul rapporto degli umani con la natura.
In una intervista Eugenio Ampudia ha raccontato: "Ho pensato: perché non andiamo nel Liceu e come le erbacce prendiamo il controllo e lasciamo che la natura inizi a crescere ovunque e lo trasformi in qualcosa di vivo anche quando non ci sono persone? Siamo alla fine di un'era e questo significa che dobbiamo cambiare alcuni paradigmi. Non viviamo nello stesso mondo di 90 giorni fa, questo significa che dobbiamo riflettere su tutto ciò che facciamo".
A spettacolo terminato, il pubblico frondoso è stato donato agli operatori sanitari che hanno combattuto il virus negli ultimi mesi.
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