martedì 20 marzo 2012
Van Gogh e la tela ritrovata
Questo dipinto intitolato "Natura morta con fiori di campo e rose", esposto nel Museo Kröller-Müller nel villaggio di Otterlo, in Olanda, risale al 1886 e sino ad oggi era stato attribuito ad un pittore anonimo.
Il museo statale aveva acquistato nel 1974 la grande tela che misura 100 x 80 centimetri, ma già allora gli esperti sospettavano che potesse trattarsi di un Van Gogh, anche se i dubbi sull'autenticità rimanevano, in parte a causa delle dimensioni eccezionali della tela e per la firma diversa.
Nel 2003 l'opera venne attribuita dal museo ad "artista anonimo"; ora, nove anni dopo, un team di scienziati della Delft University of Technology, University of Antwerp, Deutsches Elektronen-Synchrotron (DESY) di Amburgo, il Van Gogh Museum ed il Kröller-Müller Museum sono riusciti a dimostrarne l'autenticità.
La nuova scoperta è stata presentata nell'articolo "Riabilitazione o un fiore ancora in vita nel Kröller-Müller Museum di Anversa e un dipinto perduto di Van Gogh", pubblicazione della Van Gogh Studies 4 e la natura morta, da adesso e per la prima volta nella sua storia, occuperà un posto di rilievo tra le altre opere di Vincent van Gogh nella copiosa collezione, proprio di van Gogh, del museo Kröller-Müller.
Già nel 1998 una radiografia faceva intravedere due lottatori a torso nudo che Van Gogh avrebbe ritratti tra il 1885 e il 1886, presso la Scuola di Belle Arti di Anversa, in Belgio, dove studiava.
E proprio in una lettera al fratello Theo del 22 gennaio del 1886, il pittore scriveva in una lettera, di una grande tela e di due lottatori.
Nel febbraio dello stesso anno Van Gogh si trasferì da suo fratello a Parigi, dove avrebbe ridipinto il tema floreale sopra i lottatori.
Ora, grazie ad una nuova tecnica di scanning, effettuata con l’elettrosincrotrone Desy nel laboratorio di fisica delle particelle fondamentali di Amburgo, un team di ricercatori internazionali ha accertato appieno il contenuto della pittura nascosta e ne ha potuto confermare la paternità sia per la particolare caratteristica dell'Accademia di Anversa, riconoscibile perché i modelli maschi a differenza di altre Accademie posano seminudi, sia per i pigmenti utilizzati del tutto coerenti con la tavolozza del geniale ed incompreso in vita, pittore olandese, che pose le basi dell'espressionismo.
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