Era il 1962 Gilbert Gazave, nato a Parigi da una famiglia del Principato di Andorra, una vita da circense, sempre in viaggio, decise di stabilirsi a Savona.
La città adottò il gitano con gli occhi scuri e schivo, regalandogli il nome d'arte: "Ramon" e per estensione "i pony di Ramon", lui ricambiò l'accoglienza e l'affetto, facendo sognare e divertire intere generazioni di savonesi.
La sua attività, consistente in una carrozza trainata da pony, ha fatto storia e compare in tutti gli album fotografici dei savonesi con la didascalia: "io e i pony di Ramon"
A 78 anni Ramon, ormai anziano e con problemi di salute, non se la sentì più di rinnovare la concessione per i successivi cinque anni; avrebbe voluto passare l'attività ad un giovane, ma i giovani d'oggi difficilmente si adattano ad una vita non certo agiata, passata sempre nella stalla accanto ai pony per accudirli.
L'alternativa era quella di vendere i pony, ma erano tanti e nessuno si fece avanti.
Ramon li considerava come figli e ciò fu un ulteriore insormontabile scoglio.
Qualche anno dopo in un'intervista, gli venne chiesto: "Che fine hanno fatto i pony, signor Ramon?"
"Sono in via Valcada, liberi al pascolo. Non posso più tenerli qui da quando hanno fatto questa ringhiera (me la indica) non ho più spazio per accudirli."
Il primo pony glielo aveva offerto proprio un savonese, nel 1969.
Negli anni '70 dietro ai cavallini attaccò prima una diligenza, poi una carrozza, un trenino, per tornare nuovamente alla carrozza.
I bambini sempre ad aspettarlo ai giardini del Prolungamento: la fortuna di arrivare per primi concedeva l'onore di salire direttamente sui pony, che Ramon conduceva con pazienza infinita.
Il dolce cullare, il passo lento, l'aria mansueta dei cavallini erano una "calamita" per piccoli e grandi.
A Gilbert bastava un sospiro per comandarli, mai un incidente se non l'unica "fuga" di uno dei suoi pony che scappò dalla stalla per essere recuperato ai giardini, intento a pascolare sul "posto di lavoro".
Questa mattina è stato trovato nella sua abitazione. Un malore se l'è portato via e con lui una parte della storia della nostra città.
Ci mancherà.
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