mercoledì 7 settembre 2011

Savona contesta il Giro di Padania



Alle ore 12 i corridori della gara ciclistica indetta dalla Lega Nord è arrivata a Savona dove ha trovato molti contestatori.



Il comune di Savona, rappresentante della cittadinanza tutta, ha fatto sventolare un mega Tricolore sul simbolo della città, la Torretta, mentre decine di cittadini sventolando bandiere italiane, hanno impedito alla corsa di seguire il percorso stabilito.
C'è stato anche il ferimento di un agente di polizia investito da un'auto dell'organizzazione, è il secondo incidente analogo in due giorni.

Il Tricolore, che garriva alla brezza savonese, coprendo buona parte della Torretta, è stato cucito la notte scorsa. Infatti, non era stato trovato uno stendardo abbastanza grande, quindi Francesco Rossello della CGIL, ha acquistato tre lenzuola, che unite hanno creato quello che dovrebbe essere il drappo per il quale i nostri avi hanno combattuto per l'unità di questa nazione.

Da parte mia ritengo che il comune abbia agito nel modo più giusto difronte ai continui attacchi all'unità. Ci sarà senz'altro chi, pensando di darsi un tono, avrà parole di biasimo o di indifferenza o chi si chiederà chi pagherà le lenzuola.
Sapete, mi sono stufata di sentire degli strafalcioni ripetuti a vanvera da chi non sa neppure cosa sta dicendo. Credo che ci vorrebbero molti più episodi del genere, non per aizzare gli uni contro gli altri, ma per cominciare a far riflettere, cosa che negli ultimi anni non si è più fatto abbagliati da sogni utopistici, che ci hanno portato ad un declino vertiginoso.
Ci rialzeremo, mi auguro di sì, in ogni caso, per buona pace di chi ha paura di rimetterci gli euro spesi per le tre lenzuola, sono prontissima a pagarle di tasca mia chiarendo che non sono mai stata iscritta a nessun sindacato.

Ivan Basso e soci, che in questi due giorni hanno fatto il "piantino" dopo le contestazioni, oggi si sono recati dal presidente della Monviso-Venezia, Michelino Davico, per chiedere a nome dell'intero plotone dei partecipanti che il pubblico rispetti la corsa.
«Noi siamo dei ciclisti, siamo venuti a questa gara per correre, e chiediamo solo che il pubblico ci permetta di farlo. Siamo dei professionisti, chiediamo rispetto da parte di tutti, nei confronti del nostro lavoro - hanno detto Sacha Modolo e Ivan Basso che hanno riferito di essere stati insultati a più riprese da alcuni manifestanti lungo il percorso - Qualcuno è andato anche oltre ai fatti e ci ha rifilato delle sberle. Per noi questi comportamenti sono inaccettabili, siamo degli sportivi, ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo».

A parer mio, Basso, che qualche giorno fa ha affermato che per lui è un onore partecipare a questa gara, dovrebbe almeno ricordare che non sempre si è comportato da professionista serio.
Quindi, prima di indispettirsi per le reazioni contrarie alle sue azioni, dovrebbe almeno prendere in esame quello che questa gara vuole rappresentare, in fondo gli errori si possono perdonare, non l'ipocrisia.

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