giovedì 4 novembre 2010

Incontro tra la Deep Impact e la cometa Hartley 2



La sonda della Nasa Deep Impact, non ha mancato l'appuntamento con la cometa Hartley 2, accostandosi alla distanza minima consentita di 700 chilometri dal nucleo di roccia e ghiaccio e riuscendo a inviare a Terra e sugli schermi dei computer del Jet Propulsion laboratori (Jpl) della Nasa, dove si trova il centro di controllo della missione Epoxi.
Pochi minuti dopo aver raggiunto la distanza voluta, fatto che è avvenuto a circa 15 milioni di chilometri dalla Terra, la sonda ha puntato verso la Terra la sua antenna; è cominciata una fase di controllo dei dati relativi alla sonda stessa e alle sue buone condizioni. A verifiche avvenute, la Deep Impact ha cominciato a inviare a Terra i primi scatti della cometa, che ha curiosamente la forma di una arachide.
Il suo nucleo appare irregolare e così bianco da essere brillante.
Michael ÀHearn, coordinatore della missione Epoxi, dell'Università del Maryland ha detto: "Ci manca il respiro al solo pensiero delle scoperte che ci aspettano".
Quello tra la Deep Impact e Hartley 2 è stato il quinto incontro ravvicinato tra un veicolo spaziale e una cometa: la prima cometa ad essere avvicinata da una sonda spaziale è stata quella di Halley, che nel 1986 ha incontrato la sonda Giotto, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Nel 1999 è stata la volta della Wild 2, la cui polvere è stata catturata e portata sulla Terra dalla sonda della Nasa Stardust. La cometa 19P/Borrelly è stata avvicinata nel 2001 dalla sonda americana Deep Space. Infine la cometa Tempel 1 è stata avvicinata nel 2005 dalla piccola Deep Impact, che le ha scagliato contro un "proiettile" per studiare i detriti del nucleo.
Tim Larson, il responsabile del progetto del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha detto : "Ci sono un sacco di domande aperte sulle comete e il loro ciclo di vita; abbiamo pochi dati al momento, quindi ogni volta che abbiamo l'opportunità di andare vicino ad una cometa, abbiamo la possibilità di espandere la nostra conoscenza".
Malcolm Hartley, astronomo di origine britannica, scopritore della cometa, ha detto: "Non avrei mai immaginato che un veicolo spaziale passasse così vicino al mio "omonimo".
Sono estremamente eccitato e mi sento molto privilegiato. Dopo tutto, l'ho solo scoperta!"

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