Sono circa 300mila gli italiani che soffrono della sindrome da stanchezza cronica (Cfs), anche se in Italia, come in molti Paesi occidentali, sono ancora in tanti a non sapere dell’esistenza di questa malattia.
Purtroppo, la Cfs, colpisce soprattutto i giovani e lascia spesso per molti anni una situazione così grave dal punto di vista fisico, che impedisce di continuare a lavorare o a studiare.
Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica dell’Istituto nazionale tumori di Aviano spiega: "La fatigue (termine inglese che significa debolezza, affaticamento), può essere curata e risolta, ma è indispensabile una stretta collaborazione fra medico e paziente".
Il problema è particolarmente sentito dai malati oncologici, che durante la chemioterapia, sono pesantemente aggravati da questo malessere; non solo coloro che hanno avuto i suddetti problemi però risentono di questo stato di spossatezza; questa stanchezza cronica influisce sulla vita di tutti i giorni.
Una diagnosi di Cfs, quindi, prevede prima l’esclusione di tutte le cause "normali": stanchezza, stress, depressione, patologie come ipotiroidismo, diabete, infezioni croniche, malattie infiammatorie croniche, poi eliminate tutte queste possibilità, dovrebbe riuscire a chiarire una situazione di spossatezza persistente non alleviata dal riposo e che si aggrava con piccoli sforzi: a questo punto si può parlare di Cfs.
Il professor Tirelli spiega:"Purtroppo per ora non esiste un medicinale in grado di guarire definitivamente la malattia, anche se spesso i pazienti possono trarre dei benefici da diversi farmaci (antivirali, corticosteroidei, immunomodulatori, integratori, fra gli altri) e da modifiche dello stile di vita. A volte si arriva alla guarigione oppure, in un buon numero di casi, si ottengono miglioramenti significativi".
Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Patology, infatti, ha riscontrato in un gruppo di pazienti con Cfs una serie di anomalie genetiche che potrebbero essere alla base della disfunzione nella produzione cellulare di energie.
Per il momento, però, bisogna accontentarsi di contrastare i vari sintomi prendendo, ad esempio, analgesici per il dolore, eritropoietina in caso di abbassamento del livello dei globuli rossi, supplementi di ferro o vitamine in caso di carenza di queste sostanze, corticosteroidi, integratori alimentari e inibitori delle citochine per ricostituire la massa muscolare.
I migliori risultati, secondo gli specialisti, si ottengono comunque con la combinazione di medicinali e sostegno psicologico, usando se necessario anche farmaci antidepressivi.
Nonostante il problema della Cfs non è legato solo a problemi tumorali, sarebbe utili ascoltare gli esperti dell’Associazione italiana malati di cancro (Aimac), che suggeriscono di organizzare le proprie giornate (a casa e sul lavoro) senza pretendere troppo da se stessi, onde evitare anche lo sconforto del non riuscire a fare quello che ci si era prefissi, fare un po' di movimento perchè l’attività fisica è di per sé una cura valida, mangiare e dormire "quanto basta".
Diverse associazioni europee e americane hanno indetto lo scorso 12 maggio 2010 una Giornata mondiale di sensibilizzazione allo scopo di richiamare l’attenzione su questa patologia così grave da rovinare la vita di molte persone.
Non sentitevi quindi soli con il vostro problema, consultate il medico esponendo i vostri problemi dettagliatamente e sicuramente potrete avere un miglioramento fisico e mentale, magari coadiuvati da farmaci mirati che vi daranno l'aiuto necessario per tornare serenamente alla vostra vita.
Nessun commento:
Posta un commento