giovedì 1 luglio 2010

Il capodoglio Leviathan melvillei



Nell'illustrazione di C. Letenneur, Muséum National d'Histoire Naturelle, Parigi, si può vedere la raffigurazione di un gigantesco capodoglio preistorico mentre attacca una balena e il cui fossile che risale a circa 13 milioni di anni fa, è stato appena scoperto nel deserto peruviano, nei pressi della città di Ica, in America del Sud.
Questa nuova specie di capodoglio è stato battezzato "Leviathan melvillei" in omaggio all'autore di Moby Dick, Herman Melville.
Olivier Lambert, paleontologo del Muséum National d'Histoire Naturelle di Parigi, primo firmatario della ricerca assieme a Giovanni Bianucci del Dipartimento Scienze della Terra dell'Università di Pisa, afferma: "Si trattava molto probabilmente di un animale possente e spaventoso, la cui descrizione si accorda con quella fatta da Melville di Moby Dick".
Il cetaceo infatti era un predatore: lungo circa 18 metri, quasi come un moderno capodoglio, ma con alcuni denti lunghi 36 centimetri ed è probabile che si confrontasse con un degno rivale nel megalodonte (Carcharodon megalodon), che visse nella stessa area e nello stesso periodo.
Il megalodonte "grande dente" è la più grande specie di squalo mai vissuta e Lambert afferma: "È presumibile che entrambi i predatori avrebbero attaccato gli individui più giovani dell'altra specie".



Nella fotografia di G. Bianucci dell'Universitá di Pisa, si possono vedere il cranio e le mascelle fossili di Leviathan mellvillei, scoperte in questo sedimento roccioso.
Il fossile venne scoperto da Klaas Post del Museo di Storia Naturale di Rotterdam, in Olanda, durante una stagione di scavo nel 2008.
"Sapevamo che si trattava di un grande animale", racconta il paleontologo Lambert, primo firmatario dello studio assieme all'italiano Bianucci. "Quando abbiamo visto i suoi grandi denti abbiamo capito che non si trattava di un misticeto".
E prosegue: "Gli studiosi ritengono che, un tempo, questo deserto costituisse il fondo di una laguna che ospitava varie specie di squali e cetacei. "Leviathan" poteva scegliere fra un gran numero di prede. I ricercatori ritengono anche che l'enorme creatura tendesse agguati alle sue prede come le moderne orche; ma a differenza di queste ultime, che lavorano in gruppo per cacciare prede più grandi, "Leviathan" avrebbe poturo abbatterne una da solo".
Secondo Jonathan Geisler, un esperto di evoluzione dei cetacei del New York Institute of Technology, non coinvolto nella ricerca, l'idea che "Leviathan" si nutrisse di balene è una "buona inferenza. Ma per essene certi, dovremmo trovare ossa di cetacei con i segni dei suoi denti".
Alcuni di questi fossili "segnati”, ipotizza Geisler, potrebbero già trovarsi nelle collezioni di qualche museo.

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