venerdì 14 maggio 2010

E tutti abbiamo pianto

Il Giro d'Italia è un avvenimento sportivo che in famiglia seguiamo con particolare piacere.
Quando ero piccola mio papà mi portava sempre a vedere i ciclisti quando passavano a Genova e da allora mi è rimasto nel cuore.
Oggi, in particolare, la 6/A tappa, portava il Giro da Fidenza a Marina di Carrara, quindi riunione pomeridiana sul divano davanti alla televisione per rivedere in special modo dei luoghi a noi cari.
Entrambi i miei genitori sono nati a Carrara, la città che secondo una storia antica è diventata famosa per il marmo grazie agli angeli; Dio chiese infatti loro di creare qualcosa di bello in quella terra ricca di verde e dolcemente adagiata sul mare, ma questo qualcosa non doveva essere troppo evidente. Essi allora "nascosero" quel "bianco" appena sotto il verde dei boschi, e da quel marmo bianco gli uomini crearono e creano cose di grande bellezza e suggestione.
Ma torniamo al Giro: anche oggi ci sono state parecchie cadute, appena dopo il Passo del Brattello (Gran Premio della Montagna) anche Tiralongo e Bonaffond sono caduti e sono stati soccorsi dall'ambulanza: per il primo è stato diagnosticato un trauma cranico non commotivo ed escoriazioni varie, per il secondo un taglio all'arcata sopracigliare destra e contusioni varie. Codol, caduto assieme a loro, non ha riportato lesioni gravi.
Intanto che Lloyd e Bertogliati si distanziavano dal gruppo, scorrevano tra il verde lussureggiante, luoghi che mi riportavano all'infanzia, quando d'estate trascorrevo piacevoli giornate a Carrara, dalla nonna, che mi portava spesso a fare gite o a trovare conoscenti a Fosdinovo col suo imponente castello della famiglia Malaspina, dove aveva dormito persino Dante Alighieri e addirittura, una notte dell'ultima guerra, mio papà.
E sul divano, si tirava su col naso e apparivano fazzoletti...
"Guarda la casa di Floriana!", la mamma, col magone, indicava quella casa gialla dove ricordo ancora, avevo mangiato una fetta enorme di torta con i pinoli e giocato col cagnone Lillo tutto il pomeriggio.
Bedizzano, l'ultimo Gran Premio della Montagna (oggi erano tre), superato per primo da Lloyd e seguito a 28" da Bertogliati, a 1’20” Tschopp, Petrov e Sarmiento e a 1’40” dal gruppo.
8 Km. all'arrivo, ed ecco Carrara col bel viale xx Settembre ombreggiato dagli alberi, ed ecco la casa della nonna che non volle vendere anche se si era trasferita a Genova vicino a noi, e dove tornavamo, in estate. Ripensavo a quando mi portava poco distante da lì per farmi vedere lavorare il marmo, proprio vicino al Carrione, il fiume che scorre nel centro storico della città.
Dovrebbero mettere una targa nel viale, è proprio su quei grandi marciapiedi frondosi che ho iniziato ad andare in bicicletta, proseguendo poi a Genova nel parco dell'Acquasola.
Ma siamo alla fine della tappa: vince l'australiano Matthew Lloyd rimasto in fuga per tutto il tragitto.
Subito dopo l'arrivo, intervistato ha commentato: "Per me è un giorno fantastico, il Giro ha qualcosa di romantico e speciale, sono sotto shock".
Abbiamo ascoltato tutti queste parole, ancora più commoventi se pensiamo che le ha pronunciate un giovane straniero. Grazie Matthew, e scusa se forse ti abbiamo trasmesso un po' di nostalgia, ma qui sul divano, sei diventato uno di noi.

Nessun commento: