domenica 28 marzo 2010

Un robot di giornalista

Geniali come geniali sono i giapponesi; in specifico i ricercatori dell'Intelligent Systems Informatics Lab (ISI) della Tokyo University col loro studio:
-Un automa capace di registrare tutto ciò che accade e individuare in tempo reale anomalie e novità. Il robot non solo è in grado di scovare le notizie ma anche di capire quali sono le più rilevanti: è stato cioè programmato in base al criterio della "notiziabilità" dei fatti. Tra le sue funzioni c'è quella di fotografare oggetti e soggetti ed è persino capace di fare domande ad hoc alle persone coinvolte. Non solo: gli studiosi giapponesi, consapevoli dell'ormai complementarità totale tra web e informazione, lo hanno programmato anche per l'utilizzo automatico dei motori di ricerca via internet-.
Per non parlare della stesura dell'articolo:
-La dottoressa Charlie Catlett, degli Argonne National Labs, invitata a supervisionare il progetto durante il meeting nipponico della Information Processing Society, è rimasta impressionata dalla capacità della macchina di scrivere perfettamente, rispettando i criteri di composizione di un pezzo di cronaca e, naturalmente, evitando gli errori di ortografia. Senza dimenticare naturalmente la regola delle cinque sacre W: who?, what?, where?, when? e why? - ovvero: chi? cosa? dove? quando? perché?-.
-Anche gli americani della Northwestern University di Evanston, nei pressi di Chicago, qualche settimana fa hanno presentato la loro ultima creazione, un robot giornalista "sportivo". Il prototipo, battezzato "The Machine", è in grado di seguire una partita di baseball e stilarne la cronaca in tempi brevissimi utilizzando il programma Stats Monkey, realizzato ad hoc per scrivere articoli sportivi. Per ottenere un testo firmato "The Machine" basterà inserire le fasi salienti delle partite, il nome dei giocatori e il risultato finale-.

Certo, un robot del genere è una spina nel fianco alla categoria, ma qui in Italia, non dovrebbero esserci problemi di surclassamento.
In fondo molti di loro (i giornalisti) sono già automi non pensanti, per cui questi due esemplari risulterebbero giovani colleghi da svezzare e sicuramente, conoscendo un po' l'inventiva tipica italiana, non mi stupirei se qualcuno riuscisse a farli "pensare", come si conviene, per conformarli alla massa.

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