giovedì 24 luglio 2014

Creare arte da un granello di sabbia



Per promuovere la guarigione e la pace nel mondo, un gruppo di monaci buddisti tibetani, realizzano opere d'arte utilizzando milioni di granelli di sabbia colorati.



In tibetano questa arte si chiama dul-tson-kyil-khor, che letteralmente significa "mandala di polveri colorate".
Milioni di granelli di sabbia, in un periodo di tempo che va da alcuni giorni a settimane, sono accuratamente disposti nelle posizioni volute, su una piattaforma di legno.
I lama iniziano il lavoro tracciando il disegno dei mandala su di essa, lavoro che richiede una giornata.
Nei giorni successivi passano alla posa delle sabbie colorate, che viene effettuata versando appunto sabbia con strumenti tradizionali chiamati Chak-purs. Ogni monaco ne tiene uno in una mano e durante l'esecuzione "gratta" la sua superficie con una barra metallica facendo si che la vibrazione faccia fluire la sabbia come un liquido per creare forme geometriche e antichi simboli spirituali.



Del lavoro finito, oltre ad ammirarne la bellezza, viene conseguente pensare alla precisione, al tempo ed alla pazienza occorsi per terminarlo e renderlo un pezzo spettacolare e forse anche un po' di rincrescimento dato che la maggior parte dei mandala vengono distrutti poco dopo la loro realizzazione: questo è inteso come metafora della transitorietà della vita.
Le sabbie vengono poi raccolte in un'urna, ma per svolgere la funzione di guarigione, metà di esse sono distribuite al pubblico durante la cerimonia di chiusura, mentre il rimanente viene versato nelle acque che le porteranno al mare e da lì verrà diffusa in tutto il mondo la benedizione per la guarigione planetaria.

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