venerdì 27 dicembre 2013

I pupazzi di neve creati da quattro grandi artisti

La neve scende copiosa e cosa c'è di più divertente che fare un pupazzo di neve? Il problema è serio se si abita in zone a "imbiancatura" scarsa, ma quattro artisti hanno trovato il modo per crearli in modo che volendo, possano rimanere a farci compagnia durante tutto l'anno.



I pupazzi di neve di Tony Tasset sono in parte divertenti, in parte tristi e in parte semplicemente sculture incredibili.
Realizzate in vetro, resina, ottone, smalto, poli-stirene, acciaio inox e bronzo, sono repliche sorprendentemente convincenti.



Identificato come un giovane artista britannico, Gary Hume, ormai 51enne, crea i suoi pupazzi di neve riducendoli alle loro forme più semplici.
Sfere di misure diverse e accatastate, consentendo alla mente dello spettatore di completare l'associazione.
La serie è intitolata "Ritorno di un pupazzo di neve"; le opere di Hume assumono uno stato d'animo malinconico: il pupazzo di neve contempla la sua mortalità e a sua volta, può farci riflettere sulla nostra.



E' descritto come un artista pseudo pop per i suoi dipinti meditativi Todd Hebert applica acrilico aerografato e rendering per creare immagini super-realistiche.
Anche le sue opere consentono alla riflessione dell'osservatore di focalizzarsi in vari periodi dell'anno, come in questo caso, potrebbero essere le vacanze invernali.



Kristina Solomoukha, figlia dell'artista e fotografo di origine ucraina, membro straniero dell'Accademia di Belle Arti di Ucraina francese, Anton Solomoukha, vive e lavora a Parigi, in Francia.
Il suo processo di lavoro è una riflessione sull'analisi dei significati politici, economici e sociali del paesaggio urbano. La sua personale visione la spinge a creare situazioni utopiche e progetti architettonici in forma di modelli, disegni, installazioni, video, presentazioni e interventi nello spazio pubblico.
Umorismo ed esagerazione sono gli strumenti con i quali l'artista focalizza le anomalie sociali esistenti al loro massimo, per discernere i difetti e utilizzarli come possibili nuovi territori da esplorare come questo pupazzo di neve realizzato con tre sfere a specchi da discoteca.

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