"In Orbit", l'ultima installazione dell'artista argentino Tomás Saraceno, ha focalizzato l'attenzione dei visitatori del Museo Staendehaus K21 di Düsseldorf, che hanno l'opportunità di passeggiare su un'enorme rete di circa 27.000 metri quadrati e divisa in tre strati di sfere di plastica giganti, sospesa precariamente a 65 metri d'altezza sul foyer del museo.
Non è la prima opera d'arte di Saraceno con tema playscape, lo scorso anno aveva installato l'opera "Cloud City" sul tetto del Met di New York: una scultura scalabile in acciaio e plexiglass con una certa somiglianza ad una molecola gigante.
"In Orbit" è tuttavia, l'opera più ambiziosa e complessa sino ad oggi creata dall'artista, infatti sono occorsi tre anni per la progettazione, durante i quali sono state fondamentali le consultazioni con architetti, ingegneri, e aracnologi proprio per valutare al meglio la struttura della tela.
L'artista spiega: "Quando guardo i livelli multistrato di linee diafane e le sfere, mi vengono in mente i modelli dell'universo, che raffigurano le forze di gravità e i corpi planetari. Per me, il lavoro visualizza il continuum spazio-temporale, il web tridimensionale di un ragno, le ramificazioni del tessuto del cervello, la materia oscura o la struttura dell'universo. Con "In Orbit", le proporzioni entrano in nuove relazioni: i corpi umani diventano pianeti, molecole o buchi neri sociali".
Per Saraceno l'installazione non è solo un diversivo una tantum (o un modo per vendere i biglietti del museo). Si tratta di una sorta di esplorazione su piccola scala della sua maggiore visione di una città del futuro, una costruzione galleggiante dove i confini digitali e fisici sono abbattuti e le preoccupazioni materiali della terra sono scambiati per le infinite opportunità dei cieli.
Naturalmente, questo è solo un piccolo assaggio di quel futuro utopico e avrete bisogno di essere sopra i 12 anni, sani e con la volontà di indossare speciali scarpe extra-grippy del museo, per viverlo.
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