venerdì 19 aprile 2013

I vulcani del satellite di Giove sono inaspettatamente dove non dovrebbero essere



Questo è il primo "video" di un'eruzione, composto dai cinque fotogrammi scattati dalla sonda New Horizons, grazie alla camera Long Range Reconnaissance Imager, LORRI, durante il suo viaggio verso Plutone.
Per avere una traiettoria più celere verso Plutone, la sonda New Horizons fece rotta verso Giove, che lo raggiunse nel febbraio del 2007 e il cui campo gravitazionale venne sfruttato per una manovra di fionda gravitazionale.
Il sorvolo ravvicinato del pianeta venne sfruttato per eseguire osservazioni scientifiche, in particolare un rapido monitoraggio dell'atmosfera gioviana e dell'attività vulcanica su Io, un satellite naturale di Giove, il più interno dei quattro satelliti medicei.



La caratteristica più evidente ed importante della superficie di Io è la presenza di numerosissimi vulcani attivi: ne sono stati identificati dalle varie sonde oltre 150 e, sulla base di queste osservazioni, si può stimare che siano presenti fino a 400 vulcani. Si tratta probabilmente del corpo più geologicamente attivo del sistema solare.



Nell'immagine Io col pennacchio dovuto alla sua attività vulcanica e una tranquilla fettina di Europa.

L'autore principale dello studio su Io, Christopher Hamilton dell'Università del Maryland, spiega: "L'inaspettata posizione verso est delle eruzioni vulcaniche è un indizio che qualcosa manca nella nostra comprensione di Io. In un certo senso, questo è il nostro risultato più importante. La nostra comprensione della produzione di calore di marea e la sua relazione col vulcanismo in superficie è incompleto".

Infatti l'energia richiesta dall'attività vulcanica del satellite deriva probabilmente dalle forze di marea sprigionate dall'interazione tra Io, Giove e gli altri due satelliti naturali del pianeta, Europa e Ganimede. I tre satelliti si trovano in risonanza orbitale reciproca, in modo che Io completi due orbite per ogni orbita di Europa, la quale a sua volta completa due orbite per ogni orbita di Ganimede e sebbene Io rivolga sempre lo stesso emisfero verso Giove, per un fenomeno di rotazione sincrona, l'interazione gravitazionale con Europa e Ganimede provoca periodiche oscillazioni che finiscono per causare allungamenti e contrazioni di Io fino a variare il suo diametro anche di 100 m, generando calore a causa della frizione interna.
Alcuni dei pennacchi vulcanici di Io sono stati visti estendersi per oltre 400 km al di sopra della superficie prima di ricadere, inoltre il materiale espulso può raggiungere la velocità di circa 1 km/s.

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