martedì 20 novembre 2012

Gli astronauti potrebbero sopravvivere su Marte



Le radiazioni cosmiche sono uno dei principali motivi per cui non sia stato ancora progettato un viaggio su altri pianeti, ma le scoperte fatte dagli scienziati che gestiscono Curiosity, il rover che sta tuttora "lavorando" su Marte, indicano che non saranno più un problema almeno sul pianeta rosso.

Don Hassler, ricercatore principale dello strumento che rivela e valuta le radiazioni, RAD, ha così spiegato in conferenza stampa: "Gli astronauti potrebbero vivere in questo ambiente. Fondamentalmente, abbiamo scoperto che l'atmosfera di Marte agisce come uno scudo, quindi la dose di radiazioni che si potrebbero percepire è minore".

Hassler ha poi aggiunto: "RAD ha misurato i livelli di radiazione sostanzialmente comparabili a quelli misurati dai membri dell'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale, inoltre l'apparecchio ha osservato che i livelli di radiazioni salgono e scendono dal 3 al 5 per cento nel corso di ogni giorno, in coincidenza con l'ispessimento e l'assottigliamento quotidiano dell'atmosfera marziana".

Hassler ha comunque sottolineato che i risultati finora ottenuti sono preliminari, in quanto Curiosity è su Marte da soli tre mesi in un progetto che durerà due anni.
Comunque, il vero problema per l'esplorazione umana, ha continuato, è determinare l'accumulo eventuale di radiazioni per i futuri astronauti nell'arco dell'intera missione dato che bisogna mettere in conto il viaggio di andata, la loro permanenza sul pianeta e il viaggio di ritorno.

In ogni caso è sicuramente un passo importante per la scienza se si considera che questi risultati, ovvero la misurazione dei raggi cosmici sulla superficie di un pianeta che non sia la Terra sono sotto i nostri occhi appena 100 anni dopo gli studi sull'argomento dell'italiano Domenico Pacini e di quelli dell'austriaco Victor Hess che utilizzando la mongolfiera "Böhmen", concretizzò le loro teorie.

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