domenica 19 febbraio 2012

Takanori Aiba l'artista che costruisce attorno ai bonsai

Takanori Aiba è nato nel 1953 a Yokohama, in Giappone. Ha studiato presso la Tokyo Zokei University, l'università che tra le varie cose, propone interscambi con prestigiose istituzioni accademiche e in Italia attualmente, l'università partner è l'Accademia di Bella Arti di Carrara.
Negli ultimi 10 anni l'artista si è dedicato a creare questi "mondi" utilizzando come base dei "bonsai", poi con carta artigianale, plastica, gesso, resina acrilica e pittura, "illustra" delle comunità in miniatura che avvolgono i mini-alberi.
Il termine "bonsai" è giapponese ed è costituito dai due ideogrammi 盆栽: il primo significa vassoio o contenitore (bon), mentre il secondo (sai) significa educare e, in senso lato, il coltivare.


Nel 2011, Aiba, ha fatto una mostra personale "Adventures of the Eyes", presso la Kakiden Gallery di Tokyo.
Il critico d'arte Kazuko Todate, la spiega così: "Le opere sono create grazie ad un'immaginazione straordinaria fantastica e talvolta chimerica. Tuttavia, esse non sembrano chimere; in realtà la gente ha la sensazione d'essere alla presenza di edifici e spazi reali perché Aiba nelle sue opere, rappresenta non solo il contorno, ma anche tutti i dettagli.
I suoi occhi sono come quelli di un uccello o del vento".



E il critico prosegue: "Se si esplora una piccola parte delle opere di Aiba, si possono trovare storie incredibili e alcuni personaggi unici.
Takanori Aiba si avvale dell'esperienza di Murakami, che tra l'altro è ingegnere civile, per i modelli; è un sogno di condivisione realista.
I bonsai riflettono il senso tradizionale giapponese estetico in quanto esprimono la magnificenza della natura in una piccola pianta in vaso, tuttavia la densità della decorazione e le ricche storie delle opere di Aiba, contengono tempi e spazi straordinari che differiscono dal mondo bonsai.



I bonsai, sia come senso estetico naturale sia come la filosofia orientale suggerisce, devono seguire degli stili ben precisi accomunati dalla conicità del tronco, dalla dimensione ridotta delle foglie e soprattutto dalla naturalezza della pianta stessa, che nel suo insieme, vaso compreso, ha lo scopo di riprodurre la natura in piccole dimensioni.



È sbagliato pensare che i bonsai soffrano nei vasi: è solo un'impressione che si ha, a causa delle forme spesso contorte o delle parti di legno secco create appositamente per dare un effetto di vetustà alla pianta. Se un bonsai soffrisse non arriverebbe a fiorire o addirittura a fruttificare.



Dopo la seconda guerra mondiale, i bonsai sono diventati sempre più accessibili al pubblico occidentale e nel mondo con l'aumento del numero, la portata e l'importanza delle mostre di bonsai che hanno fatto conoscere questa tecnica e la loro bellezza.

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