martedì 6 dicembre 2011

I più grandi buchi neri mai scoperti



Il buco nero scoperto nella galassia NGC 3842 proporzionato al nostro Sistema Solare.

Gli astronomi hanno scoperto i due buchi neri più massicci tra quelli conosciuti nell'Universo.
Questi "mostri" gravitazionali con masse nell'ordine di 10 miliardi di volte quella del nostro Sole, potrebbero rappresentare l'anello mancante, ovvero potrebbero essere i resti dei più brillanti quasar, che illuminarono il cosmo un miliardo di anni dopo il Big Bang.

La scoperta, pubblicata questa settimana su Nature, suggerisce anche che c'è una differenza nel modo in cui questi buchi neri supermassicci hanno raggiunto la loro dimensione formidabile rispetto ai loro cugini un po' più piccoli.

Utilizzando i telescopi Keck II e Gemini Nord siti nell'Osservatorio Mauna Kea alle Hawaii, gli astronomi hanno trovato che una galassia denominata NGC 3842 ospita un buco nero con una massa equivalente a 9,7 miliardi di volte superiore a quella del Sole, mentre la seconda, denominata NGC 4889 ha un buco nero con una massa stimata in circa 20 miliardi di volte superiore a quella del Sole, anche se potrebbe avvicinarsi a 37 miliardi.
Il detentore del record precedente è un buco nero al centro della vicina galassia M87 che ha "solo" una massa di 6,7 miliardi di volte superiore a quella del nostro Sole.

Come spiega Chung-Pei Ma, un cosmologo dell'Università Berkeley, in California, sia NGC 3842 che NGC 4889 sono distanti un po' più di 300 milioni di anni luce pari a 92 milioni di parsec, che per gli standard cosmici in realtà, sono relativamente vicini. Tuttavia, avvalendosi di strumenti ad alta risoluzione ora è possibile osservare le galassie a tali distanze, cosa che fino a pochi anni fa era impossibile.

Con la scoperta di buchi neri estremamente massicci, in galassie antiche e più giovani, è possibile capire meglio come i quasar hanno influenzato l'evoluzione delle loro galassie ospiti e come i padroni di casa, cioè le galassie stesse, hanno nutrito la crescita dei buchi neri.
Ciò è particolarmente importante perché è fattibile studiare i quasar così indietro nel tempo e conseguentemente rintracciare l'inizio della formazione delle galassie dalle quali si sono formati.

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