domenica 7 agosto 2011

L'aereo costruito con la stampante 3D vola a 160 Km/h



La svolta della ricerca del team di ingegneri presso la Computational Engineering and Design Research dell'University of Southampton, potrebbe rivoluzionare la produzione di aeromobili.
Questo particolare aereo, che ha un'apertura alare di due metri e può raggiungere la velocità di 160 Km/h, è stato costruito utilizzando un solo computer e prodotto con una speciale stampante laser che sovrappone il nylon strato su strato; creato quindi da una nuova tecnologia rivoluzionaria di "3D printing".
Senza equipaggio e ad alimentazione elettrica, l'aereo è dotato di navigazione silenziosa e di un sistema di autopilota in miniatura.
Il professor Jim Scanlon, che ha guidato la ricerca col professor Andy Keane, ha dichiarato: "Il processo permette al team di progettazione di rivisitare le tecniche e le idee storiche che oggi sarebbero proibitive usando produzione convenzionali.
Infatti il particolare processo produttivo utilizzato dal team, è noto come "laser sintering" che permette al designer di creare forme e strutture, che solitamente, comporterebbero costose tecniche di produzione.
Inoltre l'aereo può essere progettato e utilizzato in pochi giorni al contrario delle tecniche tradizionali e di conseguenza cambiamenti radicali della forma e delle dimensioni del velivolo, possono essere fatte senza alcun costo aggiuntivo.



L'aereo viene prodotto suddiviso in parti, che vengono collegate con la tecnica "snap fit", una sorta di incastro, in modo che il velivolo può essere assemblato in pochi minuti senza attrezzi.
Il team ha inizialmente studiato la struttura del bombardiere che fece il suo primo volo nel 1936 e che era caratterizzato dalla inusuale struttura geodetica sviluppata dal celebre ingegnere ed inventore britannico Barnes Wallis, tra l'altro noto per l'invenzione della "Bouncing bomb" o bomba che rimbalza (e se giocate a golf, ricorderete che una "Barnes Wallis" è il tiro che rimbalza su un ostacolo d'acqua), che garantiva al velivolo una eccezionale robustezza, già sperimentata con il precedente Vickers Wellesley.
Il professor Jim Scanlon, ha aggiunto: "La struttura del Vickers Wellington è molto rigida anche se leggera, ma molto complessa; fabbricandola convenzionalmente sarebbero necessari un gran numero di pezzi incollati o fissati e ciò comporterebbe una spesa notevole, quindi abbiamo cercato di studiare un nuovo sistema per rendere molto più a buon mercato il nostro velivolo".
I velivoli senza pilota sono attualmente utilizzati principalmente dalle forze armate, ma l'aspettativa e la speranza, è di poterli utilizzare soprattutto nella ricerca scientifica.

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