domenica 12 giugno 2011

Markarian 739 due buchi neri come occhi



In uno studio che uscirà in un prossimo numero di The Astrophysical Journal Letters, gli scienziati, utilizzando il satellite della NASA Swift e il Chandra X-ray Observatory, spiegheranno come hanno scoperto un secondo buco nero "supersized" al centro di una galassia, insolitamente vicino a quello già noto.
La galassia, il cui nome è NGC Markarian 739 o 3.758, si trova a 425 milioni di anni luce di distanza verso la costellazione del Leone e i due nuclei sono separati da circa 11.000 anni luce; ognuno di essi contiene un buco nero alimentato da gas in caduta.
La distanza che separa i due buchi neri è di circa un terzo della distanza che separa il sistema solare dal centro della nostra galassia.
Sia per la distanza dalla Terra che tra i due buchi neri, la galassia Markarian 739 è una particolarità dello spazio, ma solo come seconda in quanto era già nota un'altra galassia conosciuta come NGC 6240, che contiene entrambi i record.



Michael Koss, autore principale dello studio della NASA's Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, e l'Università del Maryland a College Park (UMCP), ha affermato: "Nel cuore delle più grandi galassie, compresa la nostra Via Lattea, si trova un buco nero supermassiccio che ha una massa compresa tra 1 milione e 1 miliardo di volte quella del Sole. Alcuni di loro irradiano miliardi di volte in più dell'energia del sole stesso".

Gli astronomi si riferiscono alle galassie attive ovvero quelle galassie, denominate AGN, dove una frazione significativa dell'energia viene emessa da oggetti diversi dai normali componenti di una galassia: stelle, polveri e gas interstellare. Questa energia, a seconda del tipo di galassia attiva, può essere emessa lungo quasi tutto lo spettro elettromagnetico, come infrarossi, onde radio, UV, raggi X o raggi gamma.
Però di questo tipo di buchi neri supermassicci, solo l'uno per cento di loro sono attualmente AGN e i buchi neri supermassicci binari sono ancora più rari: Markarian 739 è la seconda individuata in una distanza di mezzo miliardo di anni luce.

Molti scienziati ritengono che quando la materia cade verso il buco nero, il suo momento angolare la costringe a formare un disco di accrescimento attorno al buco nero stesso, ciò provoca l'attrito che riscalda la materia e ne cambia lo stato in plasma. Questo materiale carico in movimento produce un forte campo magnetico. Il materiale che si muove dentro questo campo magnetico produce grandi quantità sia di radiazione di sincrotrone che di radiazione termica sotto forma di raggi X. Infatti la temperatura vicino al buco nero è di milioni e forse di miliardi di gradi, in quest'ultimo caso migliaia di volte più calde del centro del Sole. Spesso, vengono osservati getti che si originano dal disco di accrescimento, anche se il meccanismo che porta alla formazione di questi getti è poco compreso.



Sylvain Veilleux, professore di astronomia presso UMCP e coautore dello studio, alla domanda postagli: "Come ha fatto il secondo AGN a rimanere nascosto per così tanto tempo?", ha spiegato: "Il buco nero occidentale di Markarian 739 rimane invisibile agli ultravioletti ed alle osservazioni radio. Questo sottolinea l'importanza cruciale delle osservazioni ad alta risoluzione e ad alta energia dei raggi X nelle localizzazioni delle galassie AGN binarie".

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