sabato 30 aprile 2011

Il mondo si affolla attorno a Giovanni Paolo II



Domenica scorsa la bara di cipresso dentro un’altra di piombo all’interno di una terza in noce è stata traslata di fronte alla statua di Pietro, nelle Grotte Vaticane e vi resterà fino a domenica mattina, primo maggio, quando verrà portata all’altare centrale della Basilica per l’omaggio di Benedetto XVI e dei fedeli al nuovo beato; San Pietro resterà aperta fino alle 5 del mattino di lunedì 2 maggio.
Il feretro di Wojtyla sarà infine deposto sotto l’altare della cappella di San Sebastiano, vicino alla Pietà di Michelangelo.



Sono già in tantissimi coloro che sono giunti a Roma per la beatificazione di Papa Wojtyla, Giovanni Paolo II.
Alcune personalità si sono già alternate sul palco del Circo Massimo con parole piene d'amore e commozione per questo grandissimo papa che abbiamo avuto il grande onore di conoscere, apprezzare, stimare per tutto ciò che ci ha dato durante la sua vita e che ha proseguito e continua a donarci.

Particolarmente sentita è stata la testimonianza di Joaquin Navarro Valls, il portavoce di Giovanni Paolo II, l'uomo a lui forse più vicino. Un testimone del tempo di Papa Wojtyla, l'uomo che gli è stato vicino fino all'ultimo.
Molto commosso, durante un'intervista ha affermato: "Ho gli stessi sentimenti che ho provato immediatamente dopo la sua morte: un grande senso di ringraziamento a questa persona, a questo Papa che aveva detto di sì a Dio in tutta la sua vita.
Ai santi si dà del tu, per questo dico grazie, Giovanni Paolo II, per quel capolavoro che con l'aiuto di Dio hai fatto nella tua vita.
La Chiesa non fa i santi ma riconosce che la vita di quella persona era santa, Giovanni Paolo II era già santo".
Ha preso la parola anche suor Marie Simon-Pierre, che ha ripercorso le tappe di una storia incredibile, una guarigione inspiegabile dal morbo di Parkinson, una guarigione che ha permesso di beatificare Papa Wojtyla.
"Sono colpita dal fatto che la mia esperienza ha partecipato della beatificazione di Giovanni Paolo II, e di poterlo testimoniare qui.
Quando mi è stato diagnosticato il morbo di Parkinson avevo molta difficoltà a guardare il Papa in televisione, rivedevo in lui l'immagine della mia malattia, ma ho sempre ammirato la sua umiltà, la sua forza, il suo coraggio. Quando la malattia mi è stata diagnosticata, nel 2001 avevo solo 40 anni.
Il 2 giugno sono andata a parlare con la mia madre superiora, per dirle che non avevo la forza di continuare il mio lavoro, ero sfinita, volevo farmi sostituire, lei mi ha detto "aspetta".
Quella notte ho scritto al Santo Padre, poi mi sono addormentata, e mi sono svegliata alle 4.30 di mattina dopo aver dormito bene, contrariamente al solito quando il dolore e l'insonnia erano sempre presenti. Mi sono svegliata e ho sentito che qualcosa era cambiato in me, sono andata a pregare i misteri luminosi di Giovanni Paolo II. Sono poi andata nella cappella per le laudi e l'eucarestia, e nel corso dell'eucarestia ho capito che ero guarita".
E il cardinale Stanislaw Dziwisz, per 40 anni segretario di Karol Wojtyla, ha detto: "All'inizio tutti lo definivano "il Papa polacco", poi hanno cambiato, e hanno cominciato a dire il "nostro Papa". Ora tutto il mondo cristiano e non cristiano, perché era amico di tutti, lo chiamerà "Giovanni Paolo II beato".
Il Papa ritorna a noi, è ritornato anche oggi qui a Circo Massimo, nel mio cuore ho un tumulto di sentimenti.
Quando è mancato, abbiamo cantato il Te Deum, perché sapevamo che era morto un santo. Dopo tanta sofferenza vissuta e testimoniata, con la sua morte ha ridato dignità alla morte".

In diretta video con Roma vi sono anche cinque santuari mariani: Lagniwniki a Cracovia, Kawekamo di Bugando in Tanzania, Nostra Signora del Libano ad Harissa, Santa Maria di Guadalupe a Città del Messico e Fatima in Portogallo.

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