Nell'autunno del 1847, Gottiffredo Mameli dei Manelli, conosciuto come Goffredo Mameli scrisse il testo de "Il Canto degli Italiani".
Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina in Genova, fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente "Casimiro Corradi".
Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti con più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell'Appennino.
Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione.
Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.
E in esso si ricordano anche il "Balilla" il ragazzo che con un sasso decretò la rivolta contro gli austriaci e i Vespri siciliani.
Ascoltarlo integralmente dà una certa emozione considerato che venne composto da un giovane che due anni dopo morirà come molti di coloro che si batterono per dare al nostro Paese un'identità comune.
Cari Fratelli riflettiamo un po' su cos'è meglio per tutti noi, pensiamo seriamente a ciò che la storia ci tramanda e ci insegna.
Non facciamo la solita retorica, sì ci sono molte cose che non vanno come dovrebbero andare, ma ognuno di noi può onestamente stabilire di non festeggiare una data che ha segnato la rivalsa di tutta l'Italia solo perché qualcuno dice che è una ricorrenza inutile o che non lavorare un giorno è deleterio per la nostra economia?
Provate a pensate quante volte in un anno di 365 giorni, gli stessi che dichiarano ciò erano assenti dal loro posto di lavoro, quindi fermarsi un giorno per guardarci negli occhi e scorgere un brillio di piacere, di soddisfazione, non vedo come possa danneggiare, anzi dovrebbe dare impulso a voler fare di più e meglio perché l'Italia, la nostra nazione, si terga da ogni sozzura e riprenda il posto che le confà prima di tutto nei nostri cuori di italiani e nuovamente nel contesto del mondo.
Auguri a tutti comunque, anche se non sarete d'accordo con il mio scritto, ma non importa. E' normale non pensarla tutti allo stesso modo, spero solo d'avervi dato l'opportunità di riflettere sul perché di questa giornata usando la vostra testa senza coercizioni di nessun tipo.
Vedete, solo per questo vale la pena passare un po' di tempo a scrivere mentre la torta tricolore cuoce nel forno...
2 commenti:
Milly
grazie di essere passata a trovarmi...e scusa di cosa?
bella giornata davvero! solo un po' faticosa io sono stata tutta la giornata a far visitare la cella di Mazzini!
Il 26 mattina sono nuovamente di corvè al Priamar x le Giornate di Primavera FAI, tra una torta e l'altra se hai piacere...
a presto
simonetta
@aboutgarden: Sarò presente con vero piacere!
Ciao, a presto.
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