martedì 12 ottobre 2010
Italia - Serbia vincono i facinorosi
E così la partita non si è potuta giocare.
Non è ammissibile vedere, anzi continuare a vedere certi orrendi spettacoli in un ambiente come uno stadio, dove ci sono persone di ogni età e bambini.
Non voglio diventare retorica iniziando una solfa che non viene voglia non solo di ascoltare, nè tantomeno di leggere.
Sono consapevole che possono esserci dei motivi seri a monte di certe manifestazioni, ma lo stadio non è e non deve essere mai più il luogo per rivalse di alcun genere.
E' inoltre sbagliato parlare di "tifosi serbi" in generale.
Chi è partito da lontano, ha viaggiato ed è arrivato a Genova per assistere alla partita non è certo venuto con l'intenzione di non assistere allo spettacolo.
Generalizzare è sempre il problema che scaturisce quando accadono fatti incresciosi che vengono personificati in un determinato "gruppo".
Ora, guardando le immagini in Tv del fesso che tagliava le reti, bruciava la bandiera, incitava alla sommossa, ecco vorrei evidenziare che se crede d'aver dato un'immagine di se stesso di "un uomo con le palle", ha sbagliato di grosso.
Se davvero le avesse non avrebbe celato il suo volto sotto un passamontagna, ma fiero delle sue ragioni, avrebbe guardato in faccia le telecamere a viso scoperto.
Il suo comportamento e quello degli altri che lo hanno seguito è indubbiamente da condannare, ma perlomeno avrebbe dimostrato, almeno a se stesso e a chi gli si è accodato, un minimo di personalità.
Mi scuso con i miei lettori che mai hanno dovuto leggere parole come quelle scritte alcune righe sopra, ma in questo momento sono molto amareggiata e offesa come tifosa e ospite, anche se abito a Savona, di individui così beceri.
Ritengo che oltre ad essere stata punita la squadra della Serbia con una sconfitta a tavolino, la punizione per i disordini dovrebbe essere esemplare. Non sarà così come sempre, però vorrei raccontare brevemente un fatto a coloro che si dovranno occupare dell'intera faccenda. Tra il pubblico c'era un folto gruppo di bambini che volevano assistere alla partita e tra loro c'era il figlio di una mia carissima amica; potete immaginare il panico che è serpeggiato nel cuore di questa donna quando ha visto cosa stava succedendo.
Pensate a questo e al modo di far smettere questi atti agli stadi una volta per tutte. Grazie.
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