Secondo lo studio su modelli animali, condotto dagli esperti del Centro Scienze dell'Invecchiamento dell'università di Chieti, in collaborazione con l'università Federico II di Napoli, e pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research, si sono dimostrate le doti del pomodoro cotto nella prevenzione del tumore alla prostata.
La dottoressa Manuela Iezzi, facente parte del team dei ricercatori del centro abruzzese, spiega: "Abbiamo appurato che una dieta arricchita con pomodoro intero, specie se cotto e con la buccia, come accade nelle più tipiche preparazioni della cucina mediterranea, riduce lo sviluppo dei tumori della prostata e i fattori infiammatori coinvolti nel processo tumorale. Molto più di quanto può accadere assumendo un solo componente, come il licopene".
Aggiunge: "L'indagine è stata finanziata da programmi di ricerca di sviluppo industriale che vedono la collaborazione del settore pubblico e di alcune aziende alimentari ed è servita, fra l'altro, a provare che non tutte le preparazioni e non tutte le qualità di pomodoro offrono gli stessi benefici in termini di chemioprevenzione".
Il tumore della prostata è la seconda forma di cancro più diffusa fra gli uomini (dopo quello al polmone) e la prima nei Paesi più ricchi. Oltre ai pomodori, i nutrienti più spesso studiati in relazione ai tumori prostatici sono il tè verde (ricco di polifenoli antiossidanti), la soia, la melagrana, oltre a singoli nutrienti come il selenio, la vitamina D e la vitamina E. I risultati non sono univoci, ma gli esperti concordano sugli effetti protettivi di una dieta equilibrata e varia, ricca di frutta e verdura.
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