mercoledì 7 luglio 2010
Toy Story La grande fuga
Il terzo film della saga "Toy Story", scritto da Michael Arndt (lo sceneggiatore di Little Miss Sunshine) e diretto da Lee Unkrich, è già uscito in America incassando 110 milioni di dollari, questo dovrebbe far ben sperare che "La grande fuga" meriti di portare noi stessi e i nostri bambini a vederlo.
In questo terzo film tutti i giocattoli – la cowgirl Jessie, il tirannosauro Rex, Mr. e Mrs. Potato, il cane a molla Slinky – condividono la stessa paura: Andy ha compiuto diciassette anni ed è in partenza per il college; ai più fortunati è destinata la soffitta, gli altri rischiano di essere gettati via.
Una serie di circostanze porta il gruppo in un asilo, che all'inizio sembra il paradiso: tanti bambini nuovi con cui giocare, una seconda giovinezza garantita, ma in realtà, i piccolini sono un po' troppo esuberanti: maltrattano e disarticolano i poveri balocchi; non solo, sull'asilo spadroneggia un vecchio orso di pelouche al profumo di fragola, Lotso Grandi Abbracci, che regola tutto con metodi mafiosi.
A questo punto Toy Story 3 diventa la parodia di un film di ambientazione carceraria; i giocattoli tentano la fuga sotto la guida di Woody; tra mille pericoli, che culminano nella discesa a precipizio verso un inceneritore.
Il terzo episodio della saga si piega alla moda del 3D, ma senza abusarne: la tecnica tridimensionale è messa al servizio della storia, piuttosto che diventarne la ragione; Unkrich realizza le scene secondo l'estetica dei cartoon classici, come ci ha abituati quella Disney, con la quale ora la Pixar è consociata.
Divertente e commovente dall'inizio alla fine, Toy Story 3 è particolarmente spassoso nelle scene con Barbie, lei era la bambola della sorella di Andy e Ken che fa parte della banda dell'asilo, anche se gli altri lo prendono in giro.
L'ansia e la paura di essere scartati, dimenticati, è il filo conduttore di questi film, ma la capacità di consolidare l'amicizia con coloro che soffrono per gli stessi timori e stanno per subire la stessa sorte ed "evadere" da questo stato di cose tutti insieme, diventa un buon insegnamento per piccoli e grandi.
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