Siamo alla 31^ giornata di campionato.
Il caldo, dopo il lungo inverno, è forse uno dei motivi per afflosciare l'incisività dei calciatori.
All'Artemio Franchi di Siena i Bianconeri e i Rossoblu non riescono ad andare oltre il pareggio.
Nel primo tempo, dopo circa mezz'ora di gara, precisamente al 28° Papastathopoulos con una cornata a centro area non mette a segno, al 30° Criscito arriva con un destro ruotato a catapultare la palla verso la rete toscana, ma Curci con ottimo tempismo salva.
La partita sembra più animata, ma le porte hanno le serrande chiuse, infatti al 42° del p.t. anche Ghezzal prova a fare gol, ma riesce a colpisce una clamorosa traversa e continuando l'azione, ribatte in rete: fuorigioco.
Il secondo tempo è più movimentato; le due squadre hanno vari ma brevi attimi di grande vitalità soprattutto con Criscito da parte genoana e Ghezzal da parte senese.
Nonostante Gasparini abbia fatto tutte le sostituzioni possibili il Grifone ha sentito l'effetto dell'ora legale (?!?) e se consideriamo il fatto che tra due giorni saremo in aprile, che un vecchio adagio associa al dolce dormire, la conclusione è mortificante.
Anche se sono arcinote le motivazioni del club rossoblu, sì, perchè non raccontiamocela almeno tra noi tifosi; quando abbiamo validi giocatori, vengono sistematicamente venduti l'anno successivo, non c'è la volonta da parte dei proprietari d'avere una grande squadra, è lampante che i loro interessi sono ben altri.
Dal canto nostro dovremmo metterci il cuore in pace, ma si sa che un genoano è cocciutamente legato a quei colori, credo anzi che il nostro cuore sia esattamente diviso in due: una parte rossa e una blu. Questo però non basta. No, perchè l'allenatore, i calciatori si impegnano, ma quando arriva il momento di concludere, sanno in anticipo che più di quel tanto non devono fare e noi ci illudiamo che le cose cambino; forse siamo sognatori, forse indipendentemente dalla nostra età siamo "tifosi di vecchio stampo".
Ciò dovrebbe far ululare lo stomaco di chi prende le decisioni, ma purtroppo ribolle solo il nostro animo sempre più innamorato e melanconicamente deluso.
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