Il fenomeno terrestre battezzato Terrestrial Gamma Ray Flash (TGRF) potrebbe essere fonte di rischio per gli aerei di linea perchè si è scoperto che può avvenire anche tra i 10 e i 20 chilometri, mentre in precedenza, la loro manifestazione sembrava essere limitata alle alte quote tra i 20 e i 50 chilometri.
Scoperti nel 1994 dallo scienziato Jerry Fishman della Nasa, sono rimasti non ben identificati nella loro natura sino ad oggi, ma grazie alla conferma del satellite "AGILE" (Astrorivelatore Gamma ad Immagini ultra LEggero) dell’agenzia spaziale italiana Asi (nato con la collaborazione dell’Istituto nazionale di astrofisica Inaf e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Infn) e dal satellite "Fermi" della Nasa, si è avvalorata la tesi che lo scatenarsi di lampi di raggi gamma avvengono in prossimità di violente tempeste tropicali nella fascia equatoriale.
Marco Tavani dell’Inaf, alla guida delle indagini come responsabile scientifico, spiega:
"Si tratta di fenomeni rari e non sappiamo se il fiotto di raggi gamma sia cilindrico o sferico, ma se un aeroplano ne è coinvolto, data l’energia in gioco, ci possono essere effetti negativi ad esempio sull’elettronica di bordo".
Posegue Marco Tavani:
"Vogliamo sensibilizzare gli enti aeronautici e meteorologici perché considerino seriamente la questione. Con i satelliti siamo in grado di rilevare il fenomeno e avvisare tempestivamente del rischio che alcune zone presentano se sorvolate. Intanto siamo mobilitati per approfondire e definire il problema".
Infatti gli scienziati dell’Inaf, dell’Asi e dell’Enac (ente nazionale aviazione civile) sono in contatto con gli scienziati americani per studiare e approfondire questo fenomeno.
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