Il mio vicino Totoro

Finalmente, dopo oltre vent'anni il capolavoro di Hayao Myazaki "Tonari no Totoro" è uscito anche nelle sale cinematografiche italiane.
La favola raccontata dal grande maestro, è ambientata negli anni cinquanta nella campagna vicino a Tokio dove, in un albero di canfora, vive questo spirito buono, grosso, peloso e amante degli ombrelli; egli aiuterà e farà vivere momenti fantastici e pieni di poesia alle sorelline Satsuki e Mei.
La sagoma di Totoro è diventata il logo dello Studio Ghibli: uno spirito buono che rappresenta una metafora della vita, ha dimora in un albero di canfora che è considerato un simbolo di purificazione nella tradizione shintoista. La sua ingombrante e buffa figura divenne talmente famosa in Giappone che Miyazaki ne ha fatto l’immagine-logo del suo Studio Ghibli nato nel 1985 per opera dello stesso Miyazaki e del regista Takahata suo amico e collaboratore.
Per chi non conoscesse questo maestro-regista voglio ricordarvi alcune sue opere.
Certamente avrete, se non visto, sentito parlare, nell'ambito delle serie animate, di "Heidi", di "Anna dai capelli rossi", di "Rascal, il mio amico orsetto", di "Conan il ragazzo del futuro", ecc., mentre in quello dei lungometraggi oltre a Totoro, a "Porco Rosso", il cui titolo è in italiano anche nelle altre lingue: in esso vengono raccontate le avventure di un pilota di caccia dal volto di maiale, leggenda dell'aviazione italiana all'inizio degli anni trenta.
E tra i film "La città incantata"(tra i premi vinti l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e l'Oscar 2003 per il migliore lungometraggio di animazione), "Il castello errante di Howl" col quale il regista ha partecipato alla 61^ Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
L'elenco è lungo e io mi fermo qui, anche perchè vi ho dato molti imput che senz'altro stuzzicheranno la vostra curiosità, perchè in ognuno di noi, nonostante l'età, resta un bambino desideroso di continuare a sognare immergendosi nel posto più bello che esista: la fantasia.