domenica 16 agosto 2009

Fratelli d'Italia... e l'inno tuonò

Cosa volete, sentire delle assurdità, a volte, mi fa salire la pressione e non posso fare a meno di dire la mia.
Buttare lì delle frasi ad effetto è un nuovo sport che, forse perchè è nuovo, non l'ho ancora ben compreso, tuttavia siccome so leggere, scrivere e far di conto, mi sento in dovere di ribadire alcuni concetti.
L'inno di Mameli, il cui titolo originale è "Canto degli Italiani" poi sostituito con "Fratelli d'Italia" dalla prima frase dell'inno stesso, è stato scritto da Goffredo Mameli nel 1847 e musicato da Michele Novaro.
Era il Risorgimento.
Un periodo buio, di lotte, di morti per liberare l'Italia dall'oppressore; c'era il desiderio di sentirsi uniti, forti per abbattere una volta per tutte l'oppressore.
L'inno suonato per la prima volta a Genova dalla banda di Sestri Ponente Casimiro Corradi e imparato dai genovesi e dai patrioti per festeggiare il centenario della cacciata degli austriaci, venne ripreso dai milanesi durante le Cinque giornate di Milano e a poco a poco tutta l'Italia lo rese uno stimolo ad andare avanti, a reagire, a combattere per il bene comune.
In tutti gli anni trascorsi da quando fu scritto Fratelli d'Italia, quando è risuonato, ha dato sempre un impulso favorevole a chi lo ascoltava sia che fosse stato appena firmato l'armistizio alla fine della seconda guerra mondiale, sia che riecheggiasse all'inizio di una partita di calcio.
Chi non lo canta forse è stonato, ma non vedo come tutti possano sapere le parole di Va' pensiero, canto interpretato dal coro nell'opera lirica Nabucco di Giuseppe Verdi.
Considerando che la maggioranza degli italiani non frequenta i teatri e considerando che il suddetto coro è motivato dall'amarezza di un popolo, gli ebrei, che sono stati vinti e cacciati dalla loro terra, mi riesce difficile comprendere come potrebbe diventare l'inno nazionale d'Italia: non c'è collimazione, e anche se è apprezzabilissimo sul piano musicale, non trovo motivi validi per sentirlo "nazionale".
Mi trovo costretta a discordare con l'onorevole Bossi che ogni tot mesi ritorna sull'argomento.
Mi aveva offesa, qualche tempo fa, la frase che l'onorevole aveva rivolto a una signora di Venezia a proposito della bandiera italiana, anzi d'impulso l'avevo piazzata alla finestra non potendo reagire in altro modo; "gettarla nel cesso" non ci avevo proprio pensato e non ci penso tuttora e ancora meno opto per cambiare l'Inno di Mameli col Va' pensiero.
Padronissimo di cantarselo e magari potrebbe diventare il suo inno personale quando, e prima o dopo accadrà, subirà la stessa sorte degli ebrei del Nabucco.

2 commenti:

Waddle ha detto...

Hai ragione, pura propaganda visto che oltretutto lo hanno usurpato per farne un inno di partito.

Milly ha detto...

@Waddle: Un escamotage estivo per preparare il terreno per le richieste autunnali.
Ciao, a presto.