domenica 22 maggio 2011

Il vulcano Grimsvötn s'è desto aerei in forse









Il Grimsvötn è situato nel sud dell'isola, sul ghiacciaio Vatnajokull, in una regione disabitata e l'ultima attività eruttiva risale al 2004, ma quando ha cominciato a eruttare, ha scagliato verso il cielo, una colonna di fumo bianco alta una ventina di chilometri.
L'ISAVIA, l'ente responsabile per gli aeroporti e l'aviazione civile, ha annunciato che temporaneamente, è stato chiuso lo spazio aereo islandese e l'aeroporto principale del Paese, Keflavik, resterà chiuso almeno fino a mezzogiorno di lunedì, annullando circa 40 voli internazionali.
Quindi, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dovrà rinunciare alla visita programmata per domani, in Irlanda.
L'agenzia europea del controllo del traffico aereo di Bruxelles, l'Eurocontrol, ha assicurato che per ora sino a lunedì 23 compreso, non c'era di che allarmarsi per i voli europei o trans-atlantici.
Il Meteorological Office, della Gran Bretagna, che gestisce in Europa il Volcanic Ash Advisory Center, ha comunicato che la cenere del vulcano, si sarebbe diffusa in gran parte a nord-est fino a lunedì, ma a causa dei venti, dopo, potrebbe interessare il Nord Europa.
Infatti, se l'eruzione del Grimsvötn proseguirà con la stessa intensità, la cenere potrebbe raggiungere entro la tarda mattinata di martedì 24, la Scozia ed entro giovedì 26, la Gran Bretagna, il nord della Francia e della Spagna.

I geologi, sono propensi a pensare che l'eruzione non dovrebbe provocare problemi al traffico aereo, contrariamente a quanto accadde l'anno scorso, in aprile, quando il vulcano Eyjafjöll sul ghiacciaio Eyjafjallajökull, che per metonimia è spesso identificato col vulcano, paralizzò per settimane gli spostamenti ad alta quota in più di mezza Europa con le sue ceneri.
Come si ricorderà, una nuvola di ceneri sprigionata dall'eruzione dell'Eyjafjöll nell'aprile 2010 provocò la più grande chiusura dello spazio aereo, con più di 100 mila voli annullati e più di otto milioni di passeggeri bloccati. Il timore delle autorità aeronautiche fu in quel caso, che le polveri sottili vulcaniche ostruissero i motori e ne causassero il blocco.
Non è stato ancora possibile determinare se il tipo di ceneri emesse dal Grimsvötn possano causare danni simili.
Pall Einarsson, geofisico dell'University of Iceland, ha spiegato: "Non è probabile che questa eruzione possa essere paragonabile a quella dello scorso anno quando il vulcano Eyjafjallajokull eruttò. Quello è un vulcano insolito, c'è stata un'insolita fuoriuscita di cenere, che uniti da un insolito andamento climatico, hanno contribuito per rendere difficile la vita in Europa".
Tuttavia anche questo vulcano è situato sotto uno strato spesso di ghiaccio, circostanza che era stata determinante negli effetti dell'eruzione dell'aprile 2010.
Magnus Tumi Gudmundsson, dell'Università di Geofisica d'Islanda, ha spiegato: "L'eruzione del Grimsvotn è molto più grande e più intensa rispetto all'eruzione dello scorso anno e 10 volte più potente dell'ultima del 2004.
Vi è una vasta area nel sud-est dell'Islanda dove c'è oscurità quasi totale perché le ceneri si sono sparse, ma cadono velocemente, quindi non si stanno diffondendo nell'aria perché i venti non sono così forti come lo erano lo scorso anno".
L'eruzione del 2004 del Grimsvotn durò per diversi giorni e brevemente interruppe i voli internazionali. Il vulcano ha eruttato anche nel 1998, 1996 e 1993.
Scarsamente popolata, l'Islanda è uno dei paesi geologicamente più instabili del mondo, seduto a cavalcioni delle placche continentali della dorsale medio-atlantica, eurasiatica e nord-americana che "sfregano" una contro l'altra.
Frequenti terremoti spingono il magma dal profondo verso la superficie e le eruzioni vulcaniche sono comuni; il terreno è coperto da lava nera indurita, delle eruzioni del passato e dal terreno sbuffa vapore che comunque, è stato intelligentemente imbrigliato dagli islandesi per produrre energia geotermica.

Tra il 1783 e il 1784, l'eruzione del vulcano Laki che coinvolse anche il vulcano Grímsvötn, a causa del flusso basaltico generato dalle eruzioni, secondo alcune stime, ammontò a 14 chilometri cubi di lava; le nubi di diossido di zolfo e di fluoro emesse nel corso dell’evento, uccisero più del 50% del bestiame dell’isola, causando una carestia che a sua volta sterminò circa il 25% della popolazione islandese.

Dopo l'eruzione dell'Eyjafjöll, alcuni dirigenti delle linee aeree, lamentarono la reazione eccessiva delle autorità della regolamentazione del traffico aereo; uno studio del mese scorso della National Academy of Sciences ha concluso che l'arresto dei voli fu giustificato perché le particelle di cenere vulcanica avrebbe potuto causare grossi problemi ai motori degli aerei a reazione e addirittura incrinare i finestrini degli aerei.

Stando alle ultime notizie, gli esperti hanno fatto sapere che ci sono già segnali di una graduale riduzione dell'eruzione del Grímsvötn.
Gudmundsson, dell'Ufficio Meteorologico islandese, ha detto a Matthew Roberts, della BBC: "L'intensità dell'eruzione è diminuita notevolmente durante la notte; il pennacchio di cenere è sceso a circa 10 chilometri di altezza,quindi la durata di questa eruzione, probabilmente, sarà breve. In due o tre giorni, al peggio, dovrebbe essere finita".

E tutti ce lo auguriamo.

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