Purtroppo solo due ore sono stati aperti i cieli del nord Italia.
L'Enac ha fatto sapere che non sarà possibile volare da e per il Nord del Paese fino alle otto di martedì.
Se le cose continueranno così, riferisce l'organizzazione, da giovedì è previsto un ritorno alla normalità; la stessa l'Enac, autorità dell'aviazione civile, ha precisato che riprenderanno innanzitutto i voli nazionali sulla direttrice da Nord a Sud e viceversa.
Per ovviare ai molteplici disagi è nato un accordo dei ministri dei Trasporti Ue: l'intesa consentirà la progressiva riapertura di corridoi e spazi aerei "sicuri' da parte delle autorità nazionali a partire da martedì mattina sotto il coordinamento di Eurocontrol.
Notizie rassicuranti arrivano comunque dall'Islanda dove l'eruzione e la colonna di ceneri sprigionatesi dal vulcano Eyjafjollajokull, sembrano di ora in ora diminuire nettamente.
L'Istituto Meteorologico islandese ha inoltre smentito la notizia riferita dalla tv di Stato secondo la quale un secondo vulcano, l' Hekla, ha iniziato ad eruttare; Secondo l'Istituto si è trattato di un falso allarme.
Un po' di maretta tra Fs e le compagnie aeree; le prime si lamentano che le seconde inviano i clienti alle biglietterie in stazione col conseguente ingolfamento.
In compenso i sindacati hanno deciso di sospendere lo sciopero previsto dalle 21 di giovedì 22 aprile fino alla stessa ora del 23.
L'agitazione di tutti gli addetti al trasporto ferroviario e servizi e di quelli delle aziende di trasporto pubblico locale è stata rinviata al 28 maggio.
Tra i 18 Paesi dell'Europa centro-settentrionale che hanno continuato a tenere chiusi i loro spazi aere, diversi hanno già annunciato la riapertura per martedì.
La Francia conta di aprire dei "corridoi" tra gli hub parigini e gli aeroporti del Sud
La Gran Bretagna e il Belgioprevedono la riapertura quasi totale del proprio spazio aereo a partire dalle 8.
La Germania ha annunciato che i voli resteranno a terra fino alle 14, ma ha comunque autorizzato Lufthansa a far partire 50 aerei per destinazioni sul lungo raggio al fine di provvedere al rimpatrio di 15.000 passeggeri.
A Londra hanno deciso di utilizzare anche le unità della Royal Navy per sopperire alla mancanza dei collegamenti aerei.
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