mercoledì 25 aprile 2012

25 Aprile 2012 storia di ieri per un domani migliore

L'Anniversario della liberazione d'Italia (anche chiamato Festa della Liberazione, anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile) viene festeggiato in Italia il 25 aprile di ogni anno e rappresenta un giorno fondamentale per la storia d'Italia: la fine dell'occupazione nazifascista, avvenuta il 25 aprile 1945, al termine della seconda guerra mondiale.
Convenzionalmente fu scelta questa data, perché il 25 aprile 1945 fu il giorno della liberazione di Milano e Torino. Entro il 1º maggio, poi, tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 26 aprile), Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mette così fine a venti anni di dittatura fascista ed a cinque anni di guerra; simbolicamente rappresenta l'inizio di un percorso storico che porterà al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, quindi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

Anche quest'anno mi sembra che questo importantissimo anniversario sia passato un po' in sordina. Prima o poi la capiranno, io sono paziente.
Comunque, tanto per chiarire cosa significhi ricordare questo giorno, riporto il post scritto da una cara amica, che racconta di una donna del passato, un'eroina savonese, ma che impersona tutte le donne e gli uomini, che a suo tempo, hanno perso la vita affinché la maggior parte di noi oggi, nel 2012, bighellonasse con notizie futili e se ne infischiasse delle loro giovani vite stroncate con la violenza.


Ines Negri, nacque a Savona l’8 ottobre 1916, fu uccisa dai fascisti a Savona il 19 agosto 1944.

Ines era una giovane antifascista che, subito dopo l’armistizio, era entrata nei Gruppi di difesa della donna ed era diventata staffetta partigiana.
Nell’agosto del 1944 – a rimpiazzare le Brigate nere e la GNR (la guardia nazionale repubblichina), che avevano fornito prova di scarsa combattività – in provincia di Savona arrivarono i primi contingenti della Divisione della fanteria di marina “San Marco”.
La “San Marco” era forte di 12.000 uomini, al comando del generale Farina.
Ai giornali locali dell’epoca fu imposto di dare molto risalto all’evento, esaltando lo spirito combattivo di queste truppe, addestrate in Germania da istruttori tedeschi ed equipaggiate con armamento della Wehrmacht. Scrissero: “I leoni della S.Marco spazzeranno via tutti i ribelli e i traditori della Patria”, ma non tennero conto del fatto che non pochi degli arruolati avevano accettato l’ingaggio per sottrarsi alla prigionia in Germania.
Lo avevano ben compreso le organizzazioni della Resistenza e, in particolare, quelle delle donne. Fu così che anche tra i “leoni” cominciarono le diserzioni.
Il 16 agosto del 1944, ad Albisola Mare, nei pressi di Villa Faragiana, Ines Negri, che accompagnava in montagna militari della “San Marco”, fu arrestata. Dopo tre giorni di feroci torture, la giovane donna fu condannata a morte “per aver incitato alla diserzione diversi soldati della Divisione San Marco” e subito fucilata.
La stessa sorte toccò, una settimana dopo, a Clelia Corradini.
La risposta delle donne savonesi venne con un comunicato del bollettino “Noi Donne”, nel quale si annunciava che, da quel momento, le donne entravano nelle formazioni partigiane, partecipando direttamente alle azioni di guerriglia.
Il nome di Ines fu dato ad una Brigata garibaldina. Dopo la Liberazione, una strada di Albisola Mare è stata dedicata alla giovane partigiana.

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